Guest post a cura di Giusi Rosamilia | Blog: Irpinia post
La sua è una casa immersa nel verde a Calitri, metà appartamento e metà laboratorio, una “home-lab”, come ama definirla sua figlia Emanuela.
Luigi di Guglielmo è un artista del legno, diplomato all’Istituto d’Arte a Calitri, dove è nato e cresciuto, specializzato in Arredamento a Firenze, ha insegnato a lungo nella sezione legno. Ha lavorato per dieci lunghi anni in bottega accanto al suocero che faceva il falegname, appassionandosi a questo materiale resistente e affascinante. Ha portato avanti questa passione, continuando così la tradizione, senza mai accantonare gli studi, avvicinandosi sempre di più al recupero. “Ormai la gente è abituata a buttare facilmente tutto, io invece recupero” afferma sorridendo.
Dal ’95 fotografa le nostre terre, la nostra verde Irpinia, ma i suoi non restano fotogrammi piatti, statici. Diventano interpretazioni dei nostri paesaggi visti in tutte le stagioni dell’anno e riprodotti su materiali trovati in giro: spianatoi, fondi di botti. Un quadro “La terra si racconta” è in 3D, costruito su uno spianatoio con tre elementi che simboleggiano i tre elementi chiave della terra. Intenso e particolare, offre anche la quarta dimensione, quella della compenetrazione con l’opera, del viaggio.
E proprio la tematica del viaggio è impressa nella scultura-quadro nata pensando al cammino di Santiago di Compostela: “ho voluto servire su un vassoio d’argento il cammino” afferma l’artista. E, in effetti, l’opera ha la forma di un vassoio, con tante pietre mobili e file di diversi colori che rappresentano le persone che si spostano durante il percorso.
Ogni singolo pezzo della sua abitazione ha una storia distinta, ben precisa. Tempo, creatività, impegno, fatica sono incisi su ogni elemento d’arredo, frutto del suo lavoro continuo, preciso, costante. Dalle persiane ai tavoli, dalle sedie ai mobili, alle testate dei letti, agli oggetti nel bagno.
Le pareti sono impregnate di arte, di tecnica e di passione sconfinata. Guardare una sua opera non significa semplicemente descriverla, ma immergersi, farsi catturare da essa.
Solo così si potrà cogliere il senso profondo del messaggio che l’artista vuole trasmettere. Nel suo laboratorio tutto sembra avere un posto ben preciso, gli attrezzi sono disposti in ordine sulla parete, i fogli sul tavolo sono ordinati anche se pieni di schizzi e numeri. Un equilibrio sorprendente che si trasmette nelle sue tante opere.
Dar vita ad un oggetto ormai vecchio, stanco, inutilizzato è la parte migliore del suo lavoro. Passato e presente si mescolano in un gioco continuo di linee, forme 3D, prospettive, luci ed ombre. La storia dei nostri padri prorompe sul legno levigato, grezzo, lucido, opaco.
Uno dei suoi primi lavori è “Storia allo specchio”, con legno di castagno, lamiera sopra e uno specchio come sfondo. Ognuno può intravedere nel riflesso ciò che vuole, forse riconoscere se stesso, perderlo di nuovo, o forse conservarlo. Un appendiabiti ha una veste tutta nuova e un titolo: “tentazioni”, fatto di legno di abete e ciliegio dipinto. Due figure, un maschio e una femmina, vengono provocati da due intrusi, ma non accade nulla.
Luigi Di Guglielmo mette a servizio di tutti la sua arte. È inserito, infatti, in un circuito nazionale: Italian Stories. Tutti possono cercare e trovare il suo laboratorio e svolgere all’interno un workshop finalizzato al recupero di un manufatto di legno e alla realizzazione di un’opera d’arte o un complemento d’arredo.
La giornata inizia con un visita guidata alla mostra permanente presso l’Istituto d’arte a Calitri per trarne ispirazione, si scelgono poi, insieme all’artista, il tema, il manufatto da costruire, poi le tecniche da utilizzare. Per l’assemblaggio si possono scegliere: intarsio, intaglio, mosaico, texture e giunzione dei pezzi. Il momento creativo sarà arricchito da una pausa culinaria con degustazione di un piatto tipico locale e per chi volesse una escursione al borgo di Calitri. Anni e anni di esperienza, studio, lavoro, innovazione, scoperta vivranno per sempre nei suoi lavori, eredità inestimabile che lascia ai sue due figli: Giuseppe ed Emanuela.
“Qui in Irpinia abbiamo moltissime cose da mostrare” – afferma convinto- “Ma l’artigianato sta morendo. Allora vorrei dire ai giovani di fermarsi e di riflettere sulle materie prime che la natura ci ha donato, se tutti vanno via, qui chi resterà?”
Giuseppe è laureato in conservazione dei beni culturali, Emanuela in architettura e ha la passione per la fotografia. Sono stati costretti ad allontanarsi da questa terra come molti giovani a causa di mancanza di lavoro, ma hanno nel sangue l’arte, avendola respirata da sempre. Luigi Di Guglielmo non recupera semplicemente oggetti in legno, dà loro un’anima.