Guest post a cura di Anelise Sanchez | Blog: post-Italy
C’è chi afferma che le carte da gioco usate anche per scopo divinatorio si siano diffuse in Europa dal mondo arabo attraverso la Spagna. Altri ne individuano le origini in certi libri, in voga nel 1500 soprattutto in Germania, ma anche in Italia, nei quali i semi erano raffigurati agli angoli delle pagine. Sfogliando in modo casuale, il lettore poteva ottenere, per gioco, una generica predizione del proprio futuro. L’evoluzione successiva vede dapprima un mazzo di carte con numeri romani da utilizzare unitamente ad un “libro di risposte” e successivamente delle carte specializzate per le predizioni, stampate a partire da incisioni. Nel tempo, oltre ai mazzi decorati solo da numeri, i tarocchi figurativi hanno dato origine a tutti gli altri tipi di carte e le tecniche e la fantasia degli stampatori hanno prodotto svariati tipi di tarocchi.
Oggi viviamo nell’era dell’intelligenza artificiale e dell’indifferenza, ma il fascino di quelle carte resta immutato. Se passeggiando per la città incrociamo con lo sguardo un cartomante, la tentazione di fermarci è forte. In città molto attraversate come Roma, per esempio, è consueto trovare dei cartomanti posti in punti strategici. Un cartello e un mazzo di carte collocato su un tavolo improvvisato sono sufficienti per attirare l’attenzione dei passanti, spesso turisti. C’è da chiedersi che tipo di risposte cerchino, questi ultimi, e cosa si aspettino. Riconquistare un amore perduto? Ottenere un nuovo lavoro? Trovare la chiave della felicità? Nei versi di una delle sue canzoni più famose, il cantante italiano Francesco de Gregori dice “chi mi ha fatto le carte mi ha chiamato vincente, ma uno zingaro è un trucco”. C’è sempre un fondo di scetticismo e di diffidenza, ma forse è proprio quello il sapore dello strano richiamo.
Che ci si creda o meno, quelle figure incorniciate da un rettangolo, indipendentemente dalla possibilità che qualcuno o qualche forza misteriosa possa anticipare il nostro futuro, esercitano l’attrazione dell’enigma e soprattutto l’incanto per la bellezza delle immagini in sé. Ecco, c’è un aspetto dei Tarocchi che è percepibile da tutti.
Nella vivace città di Milano, c’è un posto dove il tempo segue un altro ritmo, un laboratorio in cui i protagonisti delle carte dei tarocchi prendono vita grazie all’abilità di un esperto artigiano, Osvaldo Menegazzi. Da anni Osvaldo realizza a mano carte da gioco e tarocchi per appassionati e collezionisti. E’ figlio e nipote di una famiglia che si dedica a questa rara forma d’arte da ben tre generazioni. Nel 2013 è stato invitato a riprodurre le carte dei tarocchi più antiche del mondo, custodite nella famosa Pinacoteca di Brera.
Osvaldo non improvvisa. Ogni dettaglio è studiato con attenzione. Dalla scelta del cartone appropriato, fino ai nastri e alle scatole per raccogliere le carte, passando per la pittura rigorosamente manuale di ogni esemplare.
Persone provenienti da tutto il mondo visitano il suo laboratorio per comprare quelli che sono oggetti d’arte, ma anche solo per conoscere il suo talento. Grazie alla collaborazione con un’esperta di storia dell’arte, chi visita lo studio di Osvaldo può conoscere meglio l’iconografia dei tarocchi e vedere come vengono interpretati i desideri dei clienti, realizzando carte che sono uniche.
Per chi crede nella cartomanzia, per chi è scettico e per chi apprezza l’artigianato, osservare Osvaldo Menegazzi al lavoro è certamente un’esperienza interessante. È possibile prenotare questa esperienza sul sito di Italian Stories.
Forse, nel mio piccolo, posso già leggere il futuro di molti lettori. Chi si troverà a passare da Milano probabilmente si ritaglierà un po’ di tempo per una visita che dura circa due ore e costa 15 euro a persona.
(leggi l’articolo in portoghese: Milão: o mágico ateliê dos tarôs realizados à mão)