Storie di mani: non solo un libro

Post a cura di Roberto Righi | dal magazine fermomag

Ci sono le foto dei più bravi artigiani italiani e delle loro mani. Mani esperte, abili, attente, sapienti, rovinate, sporche, callose, stanche e bellissime. E ci sono le loro storie. Storie di vite dedicate al lavoro, storie vere di passione, amore e fatica, di persone che credono nella tradizione e fanno di tutto per difenderla.

Tutto questo è MANI, il libro di Italian Stories, il più grande network di turismo culturale ed esperienziale nella manifattura italiana, il cui obiettivo è sostenere la bellezza e l’importanza del “saper fare” artigiano.

Come raccontano nell’introduzione Eleonora Odorizzi e Andrea Miserocchi (i fondatori del progetto Italian Stories, che hanno curato l’edizione del libro, con la collaborazione ai testi di Silvia Zanardi di storiedichi.com), “ci siamo posti l’obiettivo di valorizzare e promuovere in tutto il mondo l’enorme patrimonio intangibile costituito dalla grande quantità di artigiani eccellenti presenti in tutta Italia”, perché “crediamo che questa ricchezza custodita nei loro laboratori debba essere tutelata e preservata, per far sì che tutti possano comprendere il valore degli artigiani e del loro sapere”.

Ecco perché hanno deciso di raccogliere in questo libro, a tiratura limitata e a disposizione su richiesta, alcune delle più belle storie italiane.

Come la storia di Marisa, l’ “impiraressa” di Venezia, che ha reinventato un antico mestiere lagunare e, con lunghi aghi di metallo dell’Ottocento, infila minuscole perle di vetro di Murano, che da anni non vengono più prodotte e sono quindi ormai molto rare, per poi creare gioielli unici e decori per la moda: “ho imparato la base di questa antica arte quasi per caso, in modo bizzarro, da un’anziana impiraressa di Venezia che si era trasferita a Padova, nello stesso palazzo di mia cognata”.

O come la storia di Emanuele, il fabbro artistico che, anche se nato e cresciuto nell’officina di famiglia, si è sempre ostinatamente rifiutato di imparare il mestiere del nonno e del padre, finché, una volta grande, ha avuto un improvviso colpo di fulmine per il ferro, “un vero e proprio amore a ultima vista”. O quella di Andrea, il cartaio, che si occupa “da solo di tutto il processo di produzione della carta”, ad iniziare dal raccolto, nelle campagne salentine, delle specie botaniche del mediterraneo che poi usa per colorare e profumare le sue carte vegetali artigianali.

de simeis andrea

O ancora la storia di Gianmaria, che da violoncellista per passione ha scelto di diventare liutaio e ha imparato a conoscere il vero senso del tempo: “per realizzare uno strumento musicale ci vuole una pazienza costante che accompagna ogni momento della costruzione. Legno e tempo. Dedizione, vesciche, schegge e calli”.

mani del liutaio al lavoro nel laboratorio a trento per italian stories

Sono moltissime, e tutte interessanti, le storie che questi artigiani ci possono raccontare e le cose che ci possono insegnare. Non solo nel libro MANI, ma anche sul portale italianstories.it (e relativi social) e nei loro laboratori, a diretto contatto con loro, imparando dalle loro mani, osservandole lavorare. Storie meravigliose e piccoli segreti, ed esperienze uniche, imperdibili, indimenticabili e preziose.

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