Post a cura di Italian Stories
Lo scorso autunno abbiamo incontrato Alessandro Colombo, direttore di IED Firenze, durante gli incontri di High end craftsmanship meets advanced technologies – Crafts and contemporary thinking: new forms of beauty for “hand made” products, organizzati da ELIA, The European League of Institutes of the Arts a IED Firenze.
In quell’occasione Alessandro ci ha raccontato della volontà di creare un master che unisse il saper fare manifatturiero, così prezioso, custodito dagli artigiani toscani, con le competenze dei giovani che stanno facendo un percorso formativo nel mondo del design. L’idea ci è sembrata subito affascinante e ci siamo appassionati al progetto e, ora che è in partenza, abbiamo voluto sapere in anteprima come sarà strutturato il master e quali saranno le finalità.
Ne abbiamo parlato con Gabriele Pardi di Gumdesign, che insieme a Laura Fiaschi è coordinatore del Master in Design – Innovazione e Prodotto per l’Alto Artigianato, master che si fonda sull’intuizione di ripensare il significato del saper fare manifatturiero, per dare nuova luce all’eccellenza dell’artigianato italiano.
L’idea, ci racconta Gabriele, architetto e designer, “nasce dall’esperienza diretta, quotidiana, che da oltre due anni viviamo con artigiani in tutta Italia; una storia legata al nostro lavoro di progettisti e direttori creativi per eventi espositivi”, grazie alla quale “abbiamo scoperto un nuovo campo di applicazione della creatività e vogliamo condividerlo,” e quindi “abbiamo pensato di estenderlo al settore della didattica coinvolgendo IED Firenze, strutturando in modo ancor più articolato il percorso, trasformandolo in una vera e propria specializzazione con un Master in Design”.
Obiettivo del Master è fornire le conoscenze e gli strumenti per creare una nuova figura professionale “estesa e completa, capace di esercitare un giudizio critico sul territorio, valutarne le potenzialità ed incrementarne la produttività e l’alta qualità”
come ci spiega Gabriele. Nel corso di un anno, infatti, i ragazzi che partecipano a questo progetto impareranno a conoscere e riconoscere le origini, l’importanza e le potenzialità del prodotto artigianale della nostra tradizione, ed entreranno in contatto con piccole aziende e imprese artigiane, con le quali inizieranno a ridefinire e progettare i percorsi dell’intera filiera creativa, produttiva, distributiva e commerciale.
Gli artigiani della tradizione, quindi, sono parte integrante e fondamentale di questo percorso didattico: con il racconto delle loro esperienze, ma anche con la partecipazione attiva ai laboratori, in modo da poter condividere in pieno il prezioso patrimonio del loro saper fare.
Unire due mondi apparentemente molto diversi come quelli del design e dell’artigianalità è sicuramente una bella sfida ma, in realtà, come tiene a sottolineare Gabriele, “sono mondi che seguono la stessa traiettoria… occorre solo applicare un punto di vista diverso ed una proiezione condivisa del progetto. La sfida dunque si orienta verso il risultato, la contaminazione culturale (alla base di un buon prodotto) e l’efficacia produttiva”.
Il segreto è creare e consolidare la relazione tra designer e artigiano, in modo che possano condividere il progetto: “la condivisione permette la comprensione e la conoscenza da entrambe le parti facendo crescere l’intera operazione culturale e commerciale”.
Un corso articolato e ambizioso, quindi, che vuole creare nuovi prodotti e strategie per il made in Italy, e far conoscere le nostre storie italiane sia qui che all’estero. La nostra esperienza con Italian Stories ci mette a contatto ogni giorno con persone che da tutto il mondo apprezzano e vogliono conoscere meglio il prodotto di qualità realizzato in Italia, e la storia che si nasconde dietro, ma allo stesso tempo sono sempre di più gli italiani che riconoscono il valore di questo grande patrimonio culturale del nostro paese. Stessa impressione che ci conferma anche Gabriele e che guida la strategia di fondo del Master: “sicuramente il mercato estero è sempre alla ricerca dell’elevata qualità del “fatto in Italia”, ma il mercato italiano è sempre più attento all’oggetto di qualità, pensato e prodotto grazie alla storia del nostro piccolo, grande, paese”.
In bocca al lupo a IED, agli artigiani e agli studenti che decideranno di percorrere questa strada, che noi continuiamo a seguire con interesse!
(ph. Stefano Casati)