Guest post a cura di Silvia Benedet | Blog: I diari della lambretta
A spasso per Venezia con un’artigiana d’altri tempi tra perline di vetro di Murano e antichi mestieri artigiani.
Venezia è piccola. È praticamente un paesotto. Però, dietro a ogni porta può aprirtisi un microcosmo intero. Tipo entrare nella bottega di Marisa, nel sestiere di San Marco.
Carta da parati bizarra, libri antichi, foto, collane, tazze di porcellana cinese zeppe di perline di vetro, rami di corallo fatti di perline di vetro, babbucce di velluto ricamate con perline di vetro. perline di vetro ovunque! un piccolo mondo coloratissimo. e Marisa vi siede nel mezzo, il suo tavolo da lavoro è ben illuminato da da un lampadario vecchio stile e una lampada. le sue mani intrecciano, ricamano, cuciscono in fretta, tra centinaia di perle di varie forme e colori.
Oggi sono nella bottega di Marisa per scoprire qualcosa di più sulle minuscole perline tradizionalmente prodotte a Venezia: le conterie, a Venezia, la parola conteria identifica una perlina rotonda fatta di vetro. Può essere di diversi colori, ed era usata per collane, fiori e ricami.
Marisa è un’artigiana, e si considera un’impiraressa del nostro tempo. Lavora nel suo negozietto a Venezia vicino a San Marco, infilando, ricamando e creando piccole opere d’arte in vetro di Murano.
Un altro aspetto interessante ha attirato la mia attenzione: le conterie erano usate durante la Repubblica di Venezia anche come moneta di scambio. Hanno quindi viaggiato in tutto il mondo, tanto che oggi possiamo riconoscerle nei ricami tradizionali dei nativi americani, e in remoti angoli di Asia e Africa. sono state popolarissime soprattutto durante i ruggenti anni Venti, quando molti vestiti indossati dalle flapper avevano decorazioni o frange fatti proprio di conterie (basti guardare ai costumi del Grande Gatsby, di Boardwalk Empire o di Downton Abbey!)
Venivano vendute in matasse, in cui erano già infilate: altrimenti sarebbe stato impossibile per il compratore controllare se erano bucate o no (evidentemente, non tutte le conterie escono col buco), e sarebbero state pezzettini di vetro inutile se non lo fossero state. Le fabbriche di Murano, quindi avevano bisogno di qualcuno che le infilasse. Tutte.
Avete mai visto una conteria? Sono piccole. Tipo, microscopiche.
Era un lavoro lungo e noioso, che dal XIX secolo, fino agli anni Sessanta, è stato svolto da donne, chiamate in laguna impiraresse.
La maggior parte di questa schiera di donne viveva nel sestiere Castello, ed era con tutta probabilità moglie, madre o figlia di un arsenalotto, la forza lavoro dell’Arsenale, intorno al quale si allargava (e ancor’oggi si allarga) il sestiere.
Le impiraresse portavano avanti il loro lavoro da casa. Scarsamente retribuite in case scarsamente illuminate, di solito lavoravano all’aperto, sedute su una sedia, con in grembo lunghi aghi e la scatola di perline.
Ci sono un sacco di foto d’epoca che le ritraggono, raccolte in piccoli gruppi, mentre lavorano, cantano e (mia supposizione) fanno un sacco di gossip 🙂
La storia delle impiraresse è pressochè sconosciuta, la loro arte scomparsa. Non sapevo niente di loro prima di incontrare Marisa, che mi ha accolta in bottega e portata a spasso per Castello, a raccontarmi tutto sulle impiraresse e sui luoghi dove lavoravano.
È stato un giorno speciale, e lo devo a qualcuno. Infatti ho conosciuto Marisa attraverso la piattaforma Italian Stories, un’idea smart che combina i nuovi media con l’artigianato tradizionale.
Italian Stories raccoglie artigiani in tutta Italia, dando la possibilità di prenotare una visita presso i loro laboratori, per vivere un’esperienza autentica e di scoprire qualcosa sia sulle loro storie personali sia su questo meraviglioso meraviglioso Paese.
Date un’occhiata al profilo di Marisa sul sito qui.
Vorrei trovare qualcosa come Italian Stories in tutti i paesi che visito, per riuscire a incontrare persone con preziose capacità, che dovrebbero essere preservate e tramandate.
Qui sotto puoi trovare le esperienze che Marisa ha pensato per te, clicca sulle immagini e scoprile tutte!